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Le urgenze della famiglia contemporanea

Si è tenuto al Biancazzurro l’incontro-dibattito di formazione sul tema “Il consultorio familiare: un servizio relazionale per il sostegno educativo alla famiglia” con il professor Domenico Simeone, presidente della Confederazione italiana dei consultori familiari di ispirazione cristiana. L’iniziativa, promossa dal Centro Famiglia e dall’Ufficio di Pastorale Familiare, ha visto la partecipazione di operatori del volontariato provenienti anche da fuori provincia, di professionisti e addetti ai lavori, oltre che di diversi esponenti della politica locale.  Preziosa è stata la presenza del nostro vescovo Carlo Bresciani che ha avviato i lavori e partecipato con interesse alla serata. “I consultori familiari oggi rappresentano un vero e proprio aiuto alla famiglia, una presenza educativa e di stabilità – ha commentato il vescovo -. È importante che la Chiesa manifesti interesse profondo verso le dinamiche della famiglia e nei confronti di chi la sostiene”.

Il consultorio, ha spiegato il professor Simeone, è un luogo in cui la Chiesa si rende prossima alla famiglia per progettare il futuro. È il luogo di ascolto, accoglienza, cura, promozione, educazione e formazione, in cui è preponderante il servizio relazionale in quanto è proprio la relazione lo strumento di intervento. Una legge del 2012 approvata nel “Piano Nazionale per la famiglia”, inoltre, afferma il superamento della logica ambulatoriale assistenziale a vantaggio di una logica sussidiaria e di empowerment. Oggi, data la complessità delle dinamiche sociali e familiari, è più che mai necessario avviare una rete di collaborazione sempre più fitta, affinché si mettano in sinergia le realtà territoriali non solo associative, ma anche istituzionali di vario grado e di natura laica. La legge 405 del 29 luglio 1975, nel suo testo, attribuisce al consultorio un ruolo di aiuto concreto alle famiglie attraverso risposte integrate ai bisogni presentati come frammentari e parziali, superando la settorializzazione e l’iper specializzazione.

“Il rapporto tra sociale, istituzioni e politica è fondamentale – ha confermato il presidente del Centro Famiglia Nicola Farinelli -. Il Terzo Settore è una questione delicata, ma è un ammortizzatore sociale non indifferente soprattutto in questi tempi. In questi anni di attività abbiamo assistito a grandi cambiamenti e ci rendiamo sempre più conto che non possiamo risolvere i problemi di oggi con le risposte del passato. Incontri di questo tipo – prosegue Farinelli – ci permettono di migliorare il nostro percorso e potenziare le nostre competenze consultoriali”.

In un consultorio familiare, ha proseguito il professor Domenico Simeone, non è possibile essere passivi, ma bisogna mantenere una funzione attiva e proattiva. Oltre ai servizi di integrazione sociale e sanitaria, ai servizi per la coppia e la famiglia e alle risposte a problemi complessi, si aprono allora nuove prospettive grazie alle prestazioni dei professionisti, alla prevenzione e promozione, al lavoro d’equipe e di rete, all’intervento e alla ricerca della contemporaneità. Partendo dal presupposto che ammettere di aver bisogno d’aiuto e chiedere aiuto è difficilissimo, i consultori familiari devono aprire le loro porte e, se necessario, andare verso gli individui, le coppie e i genitori con iniziative educative e formative specifiche. La comunità ecclesiale rappresenta un importante trait d’union per l’attività del consultorio; a testimoniare questo interesse la presenza di alcuni sacerdoti della Diocesi, tra cui don Alfredo Rosati, consulente morale del Centro Famiglia, don Gianni Croci, vicario della Pastorale generale, e don Federico Pompei, amministratore della Diocesi. È necessario sottolineare, però, che il consultorio familiare, seppure di ispirazione cristiana, non è luogo di catechesi ed è proprio in questo ambito che si innesta la funzione della Pastorale Familiare in una progettualità di cooperazione non concorrenziale.

“Il consultorio non dirà qual è l’approdo, ma fornirà un timone e una vela ad una zattera alla deriva”: è con questa frase del professor Domenico Simeone e la benedizione del nostro vescovo che l’incontro formativo si è concluso lasciando nei presenti un entusiasmo nuovo da mettere subito in pratica e la speranza di trovare nella comunità laica ed ecclesiale il giusto sostegno su cui poter contare per diffondere il ruolo sociale e culturale che i consultori familiari tout court occupano.

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