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La famiglia contemporanea, parla Ezio Aceti

Il Centro Famiglia, con gli appuntamenti snocciolati nel corso dei quasi due anni del progetto “La famiglia per la famiglia” realizzato assieme alla Fondazione Carisap, vuole approfondire le dinamiche della famiglia contemporanea e lo fa attraverso la parola dell’esperto Ezio Aceti; lui, come altri addetti ai lavori, sono giunti in riviera portando professionalità e testimonianza da mettere a disposizione delle famiglie e dell’associazione di volontariato Centro Famiglia. Il Centro di via Pizza, infatti, ha ritenuto opportuno affrontare con il supporto degli esperti le problematiche della vita di coppia, della genitorialità e dell’educazione; il dottor Aceti, psicologo esperto in Psicologia dell’età evolutiva e scolastica, dell’handicap e della disabilità, ha offerto un grande aiuto apprezzato dalle famiglie della Diocesi che, anche nell’ultimo incontro, hanno affollato l’auditorium sambenedettese..

Potremmo considerare questi incontri come uno zoom sulla vita e l’affettività moderna; quanto è importante oggi capire come procedere nell’educazione dei ragazzi?
“Quando si parla di educazione tutte le variabili entrano dentro. Oggi assistiamo al grido acuto che la famiglia sta lanciando su più livelli: quello educativo, economico e sociale. Le persone oggi, indipendentemente dalla mentalità, ritengono la famiglia un bene prezioso perché la famiglia non è solo interesse dei cattolici ma di tutti, però si sta annullando”.

Nelle sue esperienze lavorative ha riscontrato un cambiamento nel modo di concepire l’educazione? È possibile che la contemporaneità ci spinga a non riconoscere i valori della famiglia? E forse l’amore?
“La crisi economica e il periodo che stiamo vivendo si ripercuote sulla società e quindi sulla famiglia dove generalmente uomo e donna si scambiano affetto e amore; può succedere che ci siano momenti di difficoltà. È sull’amore che dobbiamo intervenire perché se nella famiglia c’è crisi è venuto meno l’amore; ecco che per sostenere e aiutare la famiglia occorre risvegliare l’intelligenza, la volontà e il cuore, al di là delle motivazioni che separano un uomo e una donna.

Quali sono gli errori verso i quali è dovuto maggiormente intervenire durante la sua esperienza?
“C’è differenza tra un bambino, un ragazzo e un adulto; gli errori che si possono fare nei momenti di tensione della coppia sono dovuti alla presenza di ansia e paura. Quello che i genitori devono fare, invece, è rispettare i doveri e la dignità dati dall’amore per i figli, anche se i genitori sono in litigio. L’amore per il figlio, infatti, è un sentimento nato dopo che continua anche se il primo, quello tra uomo e donna, è in crisi”.

Cosa consiglia al Centro Famiglia? Come può la nostra associazione essere attiva e concreta sotto questo aspetto?
“Il Centro Famiglia è il lievito della torta, non lo vedi ma ha una forza intrinseca. Non deve stancarsi di conoscere come funziona l’uomo, deve essere preparata scientificamente, ma deve anche avere una forza spirituale e culturale. Chi si reca al Centro Famiglia prima di un servizio cerca una persona; i volontari del Centro a loro volta devono sentirsi legati da un’amicizia spirituale e di intenti, un legame umano dato dalle piccole cose. È in questo modo che l’associazione diventa un pezzo di società nuova, luce per gli altri e modello per tutti non perché i più bravi, ma i più umani. E mantenendo una logica libera accogliere l’altro e Dio che è lì, nella ferita della separazione”.

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San Benedetto del Tr. (AP)
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